Padelle antiaderenti: sono un ottimo alleato per la tua cucina light. Permettono di cucinare senza aggiunta di grassi e risparmiare parecchie calorie. Ci guadagnerai in termini di peso ma anche di salute: un filo di olio a crudo fa solo bene al tuo organismo, ma un fritto non è certo l’ideale in una cucina sana.
Ultimamente l’attenzione per la cucina sana e le diete hanno portato ad una sempre crescente offerta di padelle antiaderenti. Così tante che ci si può confondere: quale prendere? Ceramica, teflon o pietra? E poi ci sono quelle che vanno anche in forno, quelle per la cucina ad induzione… Aiuto!
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza!
Proprio recentemente ho letto un interessante articolo su “AltroConsumo” che recensiva le padelle antiaderenti. Si tratta di pentole che permettono di non fare attaccare i cibi anche cucinando senza grassi. Perfette per noi di ViviLight, no? Ho approfondito l’argomento ed ho scoperto che le padelle testate sono state prese in normali punti vendita e testate sia in cucina che in laboratorio.
Le prove sono state molto accurate: sono infatti stati testati l’uniformità della cottura, la resistenza, la sicurezza termica ed anche chimica. I test in cucina sono stati fatti grazie agli studenti della scuola alberghiera Gianni Brera di Como, capitanati dallo chef stellato Mauro Elli.
Ottimo direi! E la buona notizia è che la migliore non è la più costosa! Una notizia piuttosto sorprendente! Di solito per avere un buon prodotto bisogna arrendersi all’obbligatorietà di acquisti piuttosto esosi.
Quale padella antiaderente scegliere?
Ce ne sono davvero di tutti i tipi ed ognuna risponde ad esigenze diverse
- Pietra: I cibi non si attaccano anche se cucinati senza condimenti. Perfette per cotture brevi. Si puliscono facilmente. Ci mettono però tanto a scaldarsi.
- Ceramica: L’anti-aderenza non diminuisce anche se sottoposta ad alte temperature e non si graffia facilmente. Per contro sono lente a scaldarsi e pesanti. Senza contare che quando si macchiano è impossibile non notarlo.
- Teflon: Non è un materiale pericoloso nemmeno quando si graffia ed ha una buona anti-aderenza con un prezzo relativamente basso. Si graffiano però piuttosto facilmente. Attenzione! Se si superano i 260 °C in cottura la padella è da buttare.
I test sulle padelle antiaderenti
Ad essere testate sono state ben 14 padelle in commercio: 12 in pietra, una in teflon e una in ceramica. durante i test in cucina si sono provate diverse preparazioni: verdure, creme, pesce e carne. Ecco il commento a caldo dello Chef Mauro Elia
«La maggior parte delle padelle ha superato le prove, cucinando bene, anche quando non abbiamo messo il condimento, come nel caso della fetta di melanzana o del salmone, dato che queste pentole si vantano di poterlo fare. Certo, con alcune ne abbiamo viste delle belle. Verdure bruciate, omelette che non si staccano dal fondo, carne poco cotta, manici che si sfilano, il fondo di una padella che si è bruciato…”
Conclusioni sulle padelle antiaderenti:
- «La padella in pietra ha una marcia in più rispetto a quella in teflon: è più facile da gestire. Con la padella in teflon bisogna sempre stare attenti alla temperatura, che va tenuta costantemente sotto controllo. La padella in ceramica ci mette molto a scaldarsi e questo la
penalizza. Le padelle in pietra vanno benissimo per cotture brevi e veloci: ad esempio omelette, uova in tegamino o filetti di pesce da scottare». - La padella con il bordo svasato è più versatile. Permette, ad esempio, di cuocere un’omelette perfetta, perché si riesce a voltare bene
la preparazione - La padella non deve essere ne troppo pesante ne troppo leggere ed avere un manico in acciaio per poter essere passata anche in forno.
E gli studenti che le hanno provate?
- Dopo le loro prove pratiche è emerso che la Aeternum “Si scalda troppo, tanto che il salmone si è bruciato fuori ed è rimasto crudo all’interno. Il rivestimento non è perfettamente antiaderente».
- Con la pentola TVS l’omelette non è venuta bene perché i bordi non sono svasati.
- Aeternum e TVS hanno cotto la carne in modo non omogeneo e il sugo non si è ben addensato. Una fetta di melanzana è abbastanza semplice da cucinare, eppure con le padelle Alluflon, Barazzoni e Stonewell è venuta bruciacchiata in alcuni punti o cruda in altri, ossia non cotta in modo uniforme.
- La pasta risottata si è cotta abbastanza bene, anche se in questa prova conta molto l’abilità del cuoco, perché queste padelle non sono adatte a preparazioni liquide. L’ultima prova, una delle più ardue da superare: bollire latte, per verificare se brucia o si attacca. Con la padella Stonewell i risultati peggiori.
- Le padelle sono state lavate per verificare anche quanto sono facili da pulire. Il verdetto peggiore è per la padella Aeternum. Commenti molto positivi invece per Illa.
I test di laboratorio
Dopo la prova cucina sono anche state testate in laboratorio per verificarne la sicurezza e l’affidabilità. Tutte le padelle, se fatte cadere da un metro di altezza, si sono ammaccate ma sono rimaste utilizzabili. Nota molto positiva, tutte le padelle sono riultate sicure dai test chimici e fisici.
Ecco le prime tre nella classifica delle migliori padelle antiaderenti
Altra nota piuttosto favorevole è che le prime tre sono tutte in vendita su Amazon. Il consiglio è di non fartele proprio scappare.
[amazon box=”B00KYMSE6Q” template=”list”]
[amazon box=”B01N7P2PNG” template=”list”]
[amazon box=”B001PMR5H8″ template=”list”]